Il castello di Villimpenta si inserisce nel sistema di difesa del confine veronese che si attesta lungo la linea del Tione. Agli Scaligeri, che ebbero la signoria sul territorio nel periodo compreso tra il 1259 e il 1387, si deve la costruzione dell’attuale struttura. Si tratta di un castello ricetto, edificato con funzione di deposito dei prodotti agricoli e di rifugio della gente del luogo. Attualmente il castello è privo di più della metà della cinta muraria crollata nel secolo XIX e, perciò, si presenta ancora inserito nel sistema idrico difensivo originale costituito da due rami del fiume Tione. Con un impianto a forma di pentagono allungato irregolare, la fortezza ha un ingresso con rivellino munito di due porte: una più grande carraia, e una più piccola pedonale.
Entrambi i passaggi erano accessibili tramite un ponte levatoio di cui rimangono le fenditure verticali necessarie all’alloggiamento dei bolzoni. Appena entrati sulla destra si erge il mastio, che termina con un apparato a sporgere in cui i beccatelli, inframmezzati da caditoie e raccordati con archetti ogivali, sostengono la corona della merlatura. L’interno del mastio, in origine accessibile tramite ponte levatoio e porta collocati in corrispondenza del camminamento di ronda, si divideva in vari piani. Alla base della torre, si trovava una cantina; l’ultimo livello invece era occupato dalle guardie. La cinta muraria presenta merli alla ghibellina con feritoie e camminamento di ronda, il quale collega le altre due torri scudate a pianta rettangolare e a pianta pentagonale. All’interno del castello si trovano due costruzioni: la prima vicina all’ingresso era a servizio delle guardie mentre la seconda, del 1713, era un’osteria.