La Strada del Gotico

Percorso attraverso i principali monumenti in stile gotico

1) Resti della Chiesa di San Paolo Eremita

La presenza di un edificio parrocchiale dedicato a San Paolo Eremita presso la comunità di Bonafisso è documentata dal secolo XII. Il tempio, soppresso nel 1798 dopo l’accorpamento della parrocchia a quella di San Biagio, viene venduto nel 1806 e adattato ad abitazione privata. Il toponimo di San Paolo identifica ancora il borgo circostante. Oggi l’edificio si presenta come un compatto volume, ruotato rispetto a via Cavour, con un basso campanile tardogotico verso strada. La facciata asimmetrica è scandita da finestre centinate al piano terra e da bucature ad ogiva al piano primo. Al centro del prospetto si trovano due bifore ad ogiva poste simmetricamente rispetto ad un’edicola con nicchia, coronata da una cornice composta da due pinnacoli e da una cuspide. 

Il cornicione dell’edificio è decorato da una serie di cuspidi pensili e le estremità della facciata sono irrobustite da paraste a base ottagonale. Nell’edicola si trova la statua di San Paolo eremita riferibile al secolo XV e realizzata in pietra grigia di Vicenza. Il campanile, l’edicola, le due bifore, le cuspidi pensili e le paraste ottagonali sembrano riferibili all’originale tempio e databili alla metà del secolo XV; le bucature del piano primo sono di incerta datazione mentre le bucature del piano terra sono certamente dovute agli interventi ottocenteschi. 

2) Affreschi della Chiesa di Stradella

All’interno della chiesa si distinguono decorazioni ed arredi di diverse epoche. Del primitivo edificio resta una serie di affreschi sulla parete sinistra del tempio, raffiguranti santi e Madonne col Bambino. Inseriti in cornici a tre colori: rosso, bianco e giallo, sono databili agli inizi del ‘300. All’interno delle due cappelle laterali si trovano altari del tipo appoggiati al muro. Le ancone marmoree di gusto tardobarocco hanno intarsi di pietre dure e presentano coppie di lesene composite con una trabeazione spezzata e un frontone interrotto a voluta, con cimasa terminale mistilinea. 

Ai lati del presbiterio si trovano due tele di Giovanni Cadioli (1710-1767), datate 1756, raffiguranti L’Annunciazione e Santi in adorazione del Preziosissimo Sangue. Nell’abside è la Natività della Vergine con Gioacchino ed Anna, animata da vari personaggi e da putti alati. Tra gli arredi, di singolare importanza è la statua in terracotta policroma della Madonna di Carpaneta, che raffigura l’Addolorata col Figlio morto sulle ginocchia. Opera di ignoto, è databile tra la fine del secolo XV e gli inizi del XVI. La leggenda vuole che sia stata rinvenuta nel vicino fondo della Carpaneta durante l’aratura. Portata nella chiesa di Bigarello, il giorno seguente sparì per ritornare nel luogo del rinvenimento. Si decise allora di trasferire la statua non più a Bigarello, ma nella chiesa di Stradella ritenendo che le fosse più gradita.

3) Chiesa Parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo

Il nome Cadè deriva dal latino medioevale Casa Dei ad indicare la presenza di un ospizio retto da religiosi. Il primo edificio di culto di cui forse rimane il campanile, risale al 1339. L’edificio del XIV secolo aveva caratteristiche gotiche. L’unico elemento rimasto visibile di quell’antico tempio è una monofora a sesto acuto, a doppia strombatura, situata nel fianco destro. La finestra, in mattoni di cotto, si nota difficilmente, poiché è posta in cime alle scale della casa parrocchiale. La “chiesa consiste in una sol nave” (navata) precisò il parroco don Cacciaguerra nel suo inventario del 1730. La medesima caratteristica verrà ribadita nel 1759. Ed esattamente cent’anni dopo (1858), la chiesa di Cadè sarà sottoposta a restauri e modifiche, i quali le daranno quella configurazione che vediamo oggi. L’attuale chiesa è degli inizi del secolo XIX. L’interno con volta a botte ribassata si conclude in uno stretto presbiterio sormontato da una cupola. 

4) Interno del campanile di Governolo

La chiesa di Governolo precedente all’attuale era situata nello spazio antistante alla canonica, ora adibito a piazzale. La facciata si trovava nell’area dell’oratorio, mentre il fianco sinistro coincideva con la fronte della canonica, nella quale tra l’altro una finestra monofora testimonia la fiancata di una costruzione ancora precedente, di stile romanico (forse la ristrutturazione operata nel XII secolo di una pieve citata già nel 1037). La chiesa aveva quindi direzione est-ovest, perpendicolare all’attuale parrocchiale. Di essa rimangono solo il campanile, un arco a sesto acuto alla sua base e, verosimilmente, l’impronta delle volte che coprivano il presbiterio. L’edificio, relativamente alto e spazioso anche se ad una sola navata, era stato costruito tra il XIV e il XV secolo. Il campanile, la più evidente testimonianza dello stile gotico nel territorio di Roncoferraro, è costituito da un corpo principale quadrangolare, da una struttura superiore ottagonale e da una terminazione a cono. Gli conferiscono slancio ed eleganza le finestre monofore e bifore a sesto acuto, le colonne con capitello a scudo, gli ordini di archetti pensili di diversa foggia e altre decorazioni, tra cui segmenti rettilinei orizzontali di prolungamento degli archi. In assenza di documentazione, questi elementi rimandano allo stile gotico lombardo della prima metà del XV secolo, i cui termini di confronto sono, a Mantova, Sant’Andrea e Santa Maria degli Angeli. 

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