Una corte a Villimpenta è documentata dal 1528: proprietario è Antonio Gonzaga de Torniellis, parente di Federico Gonzaga. La presenza dell’attuale villa, di gusto tardo Cinquecentesco, è però confermata solo dall’anno 1584. Il possibile progettista è Bernardino Facciotto, attivo presso i Gonzaga tra il 1580 e il 1590. Committente dell’opera potrebbe essere Antonio da Passano, nobile genovese, che nel 1587 inizia le trattative con i Gonzaga per la cessione della villa di Villimpenta in cambio di un titolo nobiliare. L’edificio si presenta isolato e compatto, inserito in un giardino delimitato da edifici di servizio e dal corso di un fossato derivato dal Tione. Suddivisa in tre livelli, la villa ha un piano nobile che, rialzato sulle cantine, è concluso da un attico con finestre quadrate. Le facciate principali sono segnate da una serliana posta a protezione di una loggia biabsidata. Le superfici esterne, come in Palazzo Te, sono rivestite di opera rustica e presentano un ordine dorico. L’interno è occupato nella parte centrale, da un salone a doppia altezza che emerge al centro della copertura, per ricevere luce dall’esterno, tramite otto finestre oggi tamponate. Ai lati del salone sono quattro appartamenti ognuno con una saletta, una camera, un mezzanino e una scala a chiocciola. L’articolazione tipologica della villa diventa un modello per la successiva realizzazioni mantovane, e per le residenze di campagna di Andrea Palladio.