DIECI EVENTI SPECIALI PER I DIECI ANNI DELL’ECOMUSEO

Visita alla Corte Grande di Canedole e a Palazzo Custoza di Roverbella con cena a base di Tortelli di pesca De.c.o.

Il percorso di visita inizia a Canedole da Corte Grande una delle corti risicole più ampie dell'Ecomuseo. 

La corte di Canedole nell’attuale assetto è il risultato degli interventi di ampliamento che si susseguono durante l’Ottocento. I baroni Franchetti, a cominciare da Raimondo (1829-1905) marito di Luisa Rotschild (1834-1924), sono proprietari della tenuta dal 1876 al 1938. Sulla cimasa posta alla sommità del prospetto del fabbricato adibito a stalla e posto in fregio all’ingresso, spicca lo stemma della famiglia Franchetti composto da uno scudo tra due cornucopie traboccanti di frutti al cui centro si trova una goticheggiante lettera F e attorno uno svolazzante cartiglio con il motto “Honor Labor”. La corte, prima dell’ampliamento ottocentesco, era perimetrata da un reticolo idrico, occupava metà della superficie corrispondente all’attuale cortile d’ingresso ed era delimitata da due stecche di fabbriche disposte perpendicolarmente, con un impianto ad “L”. Con gli interventi ottocenteschi si raddoppiano il portico e il granaio esistente, ampliando probabilmente l’originaria architettura; si demolisce la parte di costruzioni che delimitava la corte trasversalmente e si realizza in continuità con il granaio il palazzo padronale di gusto neorinascimentale, con le adiacenti case dei salariati. Il nuovo e più ampio invaso della corte è chiuso imprimendogli un impianto a “C”, tramite l’aggiunta di due ali di fabbricati di cui quella di destra è composta da alcune case dei salariati, una torre e una stalla con fienile, mentre quella di sinistra è costituita da una lunga barchessa con due basse torrette all’estremità. All’interno degli spazi di pertinenza della corte, sino al 1938, si trovava il mausoleo dei Franchetti con le tombe di famiglia.

Il percorso di visita proseguirà a Palazzo Custoza che si trova nel centro storico di Roverbella.

Roverbella è chiamata anche la “piccola Ducale” perché la strada principale (e cioè le attuali vie intitolate a Massimiliano Custoza e a Luigi Benati) è ancora oggi fiancheggiata da storici ed eleganti edifici signorili. Tra questi c’è il settecentesco palazzo dei conti Custoza, un solido volume parallelepipedo organizzato su quattro livelli di cui uno destinato a sottotetto. Il sobrio edificio, caratterizzato da un ritmo serrato di bucature rettangolari con cornici lisce e da fasce marca davanzale, è concluso da un cornicione su mensole a dado chiuse. La costruzione, riferibile nell’attuale aspetto alla fine dell’Ottocento, è fiancheggiata da un portale settecentesco a tre fornici centinati. Il portale, segnato da due lesene tuscaniche con statue su mensola, è concluso da una trabeazione spezzata. In asse, dalla parte opposta della strada, si trovano il ponte sul canale Gardesana e i resti del portone d’ingresso che davano accesso al fondo agricolo di ragione del palazzo. Il fianco dell’edificio affaccia su un parco piuttosto esteso, oggi di aspetto romantico, delimitato da una cancellata con ferri di gusto neo gotico. Dell’originale impianto settecentesco del giardino, mantenuto sino alla fine dell’Ottocento, rimangono statue, vasi e grotteschi all’interno dell’attuale spazio. Nella villa alloggiò, nel 1848, il futuro re Vittorio Emanuele II.

Nel giardino romantico del palazzo è prevista una cena con tortelli di pesca De.c.o. e prodotti del territorio. 

 

Info: Silvia Longo| M. 340 9264808| maxsilvy71@libero.it

Filippo Mantovani | M. 347 2188918 | mantovani.filippo@virgilio.it

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